17. Cash is King? Non proprio

Tempo di lettura 2 minuti ⏰

I soldi in banca sono ancora la scelta principale per gli italiani, ma è sicuro?

17. Cash is King? Non proprio

L’italiano oggi è ancora legato all’equazione “risparmi = conto corrente”, ma siamo sicuri che sia la migliore opzione?

L’ultimo rapporto di Intesa Sanpaolo e Centro Studi Einaudi, confermano che “nel 2023 la quota di ricchezza posseduta in forma liquida nel nostro Paese ha toccato il 48% del totale, in aumento dal 44% dell’anno precedente.”

Gli esperti spiegano come appunto sia un paradosso e poco logico che il cash sia visto come una formula difensiva del proprio patrimonio, in particolare in questo periodo ancora più rischioso.

Quasi la metà degli italiani considera la liquidità un asset a tutela personale, malgrado sia pesantemente eroso dall’inflazione.

Sempre dallo studio: «l’accentuata preferenza per la liquidità non è un comportamento coerente, soprattutto in presenza di inflazione.
La scelta razionale sarebbe affrontare il rischio di investimento e una migliore alfabetizzazione finanziaria formale potrebbe accelerare l’apprendimento delle strategie più idonee».

Alla fine il tema è ricorsivo, noi italiani non abbiamo alfabetizzazione finanziaria e questo ci fa desistere dall’investire.

La paura fa novanta 😃

Questo atteggiamento però porta a far si che la liquidità possa diventare un costo.

La liquidità può diventare un costo

Perché la liquidità può essere un costo?
Semplice, perché perde di valore.

Immobilizzare una somma di denaro in banca può comportare una perdita su tre fronti:
1) erosione del valore del denaro causa inflazione
2) mancato guadagno da potenziali rendimenti da investimenti
3) aumento dei prezzi

“Salvaguardare” il contante in banca e lasciarlo immobilizzato può diventare – come abbiamo visto – una perdita o un mancato guadagno. Diversamente invece se si investe il denaro, abbiamo la possibilità di avere dei potenziali rendimenti.

Vediamo questo esempio che può aiutare a capire il concetto:

1.000 euro di dieci anni fa ora valgono 875 euro in termini di potere d’acquisto. Ma gli stessi 1.000 euro sarebbero diventati 2.241 euro se investiti per 10 anni nei mercati azionari globali e 1.156 euro se collocati sui mercati obbligazionari globali. (Fonte: WeWealth)

La liquidità va rappresentata nella nostra testa come un asset finanziario e non come qualcosa da stoppare in un conto corrente.
L’errore comune è quello di avere un’eccessiva liquidità – che tu sia un privato o una società – e lasciarla parcheggiata in conto corrente senza alcun tipo di remunerazione.

Ma quanto investire della liquidità?

Come in ogni cosa, secondo me, ci vuole un giusto equilibrio.

Generalmente si consiglia di tenere una somma di denaro pari a 6-12 mesi per coprire le spese correnti di vita nel caso di un’emergenza – importante – non prevista; il resto della liquidità deve essere messo a reddito per non perdere valore del risparmio.

TIPS!
Utile potrebbe essere avere due conti correnti distinti, uno per le spese di tutti i giorni e uno dove far transare i risparmi da investire.

In conclusione, ora che hai capito che se no fai qualcosa, i tuoi risparmi si deteriorano anche pesantemente, inizia a considerare gli strumenti finanziari che potresti usare.

Ci sono diversi modi per combattere l’inflazione negli investimenti con rischio basso e c’è anche un modo di avere dei ritorni molto importanti a breve periodo con rischio molto basso.

Vuoi sapere qual’è?
Indovina 😉


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *